Colorazione a caldo senza fusione

Si tratta di immergere un bolo di vetro incandescente su sali, ossidi o altri elementi e ricoprirli sommergendo il tutto con un altro strato di vetro fuso trasparente.
Sotto l'effetto del calore i sali reagiscono dando origine a colori molto suggestivi.


Al posto dei sali si possono usare anche piccolissimi frammenti di vetro colorato (granolioli, macie).
La tecnica della colorazione a caldo è stata oggetto di numerose sperimentazioni di brevetto depositate il 16 luglio 1937 relative a: "oggetti in vetro contenenti ossido ed agglomerati metallici" e "oggetti in vetro con l'interno di filamenti metallici".
La seconda si riferisce sostanzialmente al vetro “crepuscolo” ottenuto applicando al vetro fuso dei filamenti metallici rivestiti da uno strato di vetro trasparente incolore; il primo fu creato da Ercole Barovier nella sua azienda Barovier & Toso per produrre una serie di serie di bicchieri conosciuti come “autunno gemmato“ e “laguna gemmata”, proseguendo negli anni '50 con “barbarici”, “neolitici”, “giada”" ," eugenei "e molti altri.



Autunno gemmato By Barovier


Crediti:
Crediti a: Parole di vetro - Marsilio editore ISBN 88-317-7198-1
Foto di: Bruno Carnevali
Disegni di: Alessandro Lenarda

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