Avventurina

Un vetro di colore generalmente giallo-brunastro, che nel tempo è stato proposto anche in altre tonalità (vedi nella foto un vaso di avventurina blu e brunastra).


Si presenta traslucido, in cui il metallo ramato microcristallino è disperso fino a riflettere un colore dorato, formatosi per deglassificazione (separazione dal fuso durante la fase di raffreddamento).
Si prepara fondendo la miscela di vetro trasparente incolore con l'aggiunta di ossido rameoso e ossidi di ferro e piombo. La fusione avviene in una camera di riduzione ed il fuso deve essere raffreddato molto lentamente.
Tradizionalmente, per ottenere la migliore qualità, una volta sciolta la massa, il forno viene spento e lasciato raffreddare da solo per diversi giorni.
Una volta raggiunta la temperatura ambiente, il crogiolo viene rotto e l'avventurina si trova sotto uno strato di vetro ossidato colorato.
Questo vetro trovò la sua massima applicazione a Murano a metà Ottocento, prima nelle fornaci di Pietro Bigaglia e poi presso Salviati & Co. , dove veniva nuovamente fuso e soffiato per ottenere oggetti estremamente ricchi ed eleganti, spesso realizzati per famiglie reali. della giornata.
Nel XX secolo l'avventurina veniva utilizzata solo per un numero limitato di occhiali, opere molto difficili da ottenere.
Una menzione particolare meritano qui Barovier & Toso e Aureliano Toso che, su disegni del pittore Dino Martens , realizzarono una serie di vasi con questo materiale decorati con strisce multicolori applicate.

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Glossario

Crediti:Crediti a: Parole di vetro - Marsilio editore ISBN 88-317-7198-1Immagini di: Bruno Carnevali - Disegni di: Alessandro Lenarda

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