Nato nel 1909 a Murano, morto nel 1999. Inizia a lavorare nel 1933 per la ditta Barovier Seguso Ferro e successivamente per Seguso Vetri d'Arte ; lasciò quest'ultima nel 1942, per aprire nel 1946 la fornace che porta il suo nome. Negli anni '60 realizzò oggetti per la Fucina degli Angeli .

Uno dei più capaci artigiani muranesi, Archimede Seguso rappresenta un chiaro esempio di come un maestro vetraio, dotato di eccezionale competenza, abbia saputo mettere insieme un'azienda particolarmente solida, coniugando estro artistico creativo con una spiccata abilità manuale.

Dopo aver lavorato per molti anni presso la ditta Seguso vetri d'Arte ed aver eseguito molti degli oggetti scultura disegnati da Flavio Poli , decise nell'immediato secondo dopoguerra di aprire una fornace dandole il proprio nome. Abbandonò poi le forme espressive scultoree e si impegnò nel recupero e nella rivisitazione delle tradizionali tecniche muranesi della filigrana e dello zanfirico .

Negli anni '50 e '60 realizza oggetti straordinari, come i vari "merletti", "composizione lattimo ", "piume", "fili" e molti altri, presentati con successo alle varie Biennali di Venezia e Triennali di Milano (Italia). In una di queste ultime, nel 1951, espone un grande cancello in metallo ed elementi in vetro, su disegno del pittore Giuseppe Santomaso , uno dei pochi oggetti disegnati da qualcuno esterno ma secondo una tendenza ormai consolidata. in quel periodo: eseguendo in vetro opere di artisti contemporanei. Fu presente anche all'estero alle più importanti mostre del vetro, a Goteborg, Parigi, Vienna, Lisbona, e alla XXXI Biennale di Venezia del 1962 gli venne assegnato il primo premio dalla locale associazione degli industriali. Alcuni oggetti realizzati da Archimede Seguso sono tuttora esposti in alcuni musei di Madrid e Lisbona oltre che al Corning Museum of Glass di New York:

Archimede Seguso si spegne serenamente il 6 settembre 1999 dicendo che avrebbe creato i suoi lampadari per il Paradiso.