L'azienda nasce nel 1895 e produce i primi oggetti conosciuti dal gusto "moderno", una serie di vasi a murrine, eseguiti su disegno dell'artista svedese Anna Akerdhal , moglie del grafico Guido Balsamo Stella ; tali oggetti furono esposti nel 1920 all'Esposizione dell'Arte Industriale e Decorativa Italiana a Stoccolma (Svezia).

Nel 1923 l'azienda creò una serie di vetri soffiati sottili e leggeri e mantenne questa linea per lungo tempo, anche se furono apportate alcune leggere modifiche. L'azienda si cimentò anche nell'esecuzione di lampade dalle forme geometriche, in vetro lattimo , su disegno di Guido Balsamo Stella, Vittorio Donà , Anita Antoniazzo, ai quali la rivista Casabella dedicò un lungo articolo nel 1929.

Nello stesso anno a Torino viene aperto il negozio Sambuco, progettato dall'architetto Pagano Pogatschnig e Levi-Montalcini con mobili di Ercole Morlotti e tendaggi della ditta Lenci. Oltre alla vetreria SAIAR Ferro-Toso, sono state offerte al pubblico le ceramiche artistiche di Lenci e Chini, di Primavera e Rouard. Ma il riconoscimento più alto lo ottenne a Monza (Italia, Mi), in occasione della Triennale del 1930, dove furono esposte diverse serie di vasi e statuette soffiate su disegno di Guido Balsamo Stella: i "chimici", le "gazzelle", " ermellini" che riscosse così tanti consensi unanimi che una di queste figurine, un grazioso animaletto, forse un ermellino, ritto sulle zampe posteriori accanto ad un fiore azzurro, fu scelta come simbolo della mostra stessa.

Alla Biennale di Venezia del 1932, insieme ad alcuni soffiati più tradizionali, furono esposte alcune proposte innovative, su disegno di Vittorio Donà, tra cui i vasi mugnoni , vasi sferici con applicazioni di colore rosa pallido di forma circolare, che il nuovo interesse tecnico avrebbe poi portato ad ulteriori soluzioni decorative. Nel 1936 l'azienda si unì alla Barovier & Co. dando vita all'azienda Ferro-Toso-Barovier, che due anni dopo diede vita alla Barovier & Toso .