Maschera in vetro di Murano cristallo con foglia oro e murrine sommerse.

Venezia sapeva di essere l'unica città con un Carnevale così licenzioso, vivace e provocatorio da attrarre chiunque avesse soldi da spendere e voglia di vivere situazioni straordinarie. Non solo nelle feste dei palazzi ma soprattutto nelle ridotte, le sale da gioco presenti ovunque in città.
La più antica tra quelle gestite dallo Stato era quella di Palazzo Dandolo, dove facoltosi giocatori, non solo veneziani ma anche stranieri, osavano oltre ogni limite scommettendo ingenti somme sui tavoli da gioco proprio perché si sentivano protetti dall'anonimato della maschera, che caso era obbligatorio. Quindi, in caso di grandi perdite, potrebbero almeno salvare la loro dignità.
E qui la bauta si è rivelata il travestimento perfetto, proprio perché rendeva tutti uguali. Era indossato da ricchi e poveri, uomini e donne, aristocratici, borghesi e religiosi, che mescolavano e nascondevano la loro identità. Non sorprende quindi che questo sia diventato il più famoso tra i travestimenti utilizzati nel Settecento a Venezia.

Realizzato a mano da un artigiano selezionato a Venezia, utilizzando le tradizionali tecniche muranesi.
Eventuali piccoli difetti o differenze nelle misure e nei colori qui riportati sono da considerarsi come prova di tale lavorazione artigianale e soprattutto come prova dell'unicità di ogni singolo pezzo.
Si prega di notare che le combinazioni di colori delle murrine sono diverse per ogni pezzo.

Tecnica vetrofusione