Si tratta di un vetro opaco colorato la cui preparazione si basa sullo stesso principio del vetro lattimo : in questo caso però i microcristalli bianchi sono dispersi in una fase vetrosa colorata.

Altri, diversamente, sono ottenuti con microcristalli colorati dispersi in una fase vetrosa incolore o colorata. Nel primo caso si utilizza il lattimo (microcristalli di fluoruro di calcio e di sodio) o lo smalto bianco (un bianco più intenso, completamente opaco anche in strato sottile), generalmente ottenuto con microcristalli di arsenico e piombo) disperso in un vetro colorato trasparente. I microcristalli bianchi, oltre a rendere opaco il vetro, ammorbidiscono il colore del vetro in cui sono inseriti che deve contenere un'alta percentuale di coloranti. In questo secondo caso si utilizzano i 'nuclei': si tratta della struttura cristallina semilavorata a base di antimonato o stannato di piombo di colore giallo o rosso. Questi vengono aggiunti alla massa fusa poco prima della lavorazione perché sono composti che si dissolvono facilmente.
L'utilizzo della pasta vitrea nel secolo scorso era prerogativa di poche vetrerie, come Venini & Co. e MVM Cappellin & Co., poiché i risultati potevano essere molto difficili da ottenere e spesso davano luogo a materiali insoddisfacenti. Il loro utilizzo fu più diffuso nel dopoguerra, adottati com'erano come complemento alla realizzazione di figure, molto di moda all'epoca. Solo il designer americano Thomas Stearns realizza per Venini & Co. oggetti di grandi dimensioni interamente in pasta vitrea.

lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. i campi richiesti sono contrassegnati